Sistemazione Piazza San Leoluca a Vibo Valentia


Progettazione definitiva
La Piazza San Leoluca, così denominata per la presenza della cattedrale dedicata al Santo patrono, è in posizione centrale rispetto alla città e si presenta come uno spazio aperto irregolare che non segue alcuna regola geometrica.

L'area della piazza è oggi priva di specifiche qualità spaziali ed ambientali. Completamente rivestita di uno strato bituminoso e quasi del tutto priva di arredo urbano, essa è destinata esclusivamente a parcheggi, a ridosso della viabilità di via XXV Aprile, continuazione di via Gioacchino Murat, e del Corso Umberto I. In seguito ai recenti interventi di riqualificazione delle vie limitrofe e della Piazza antistante via XXV Aprile, tutti i servizi a rete sono stati ristrutturati ed è stata interrata anche la linea elettrica. La rete smaltimento acque meteoriche è caratterizzata da una condotta principale che proviene da Via Murat e prosegue lungo tutta la via XXV Aprile, a ridosso del marciapiede della porzione di piazza riqualificata più di recente. Su di essa si innesta, con un nodo a T, la linea di nuova realizzazione proveniente da C.so Umberto I e una linea secondaria perimetrale della piazza che fiancheggia la facciata della chiesa e che raccoglie, attraverso le caditoie, le acque meteoriche dello slargo. Parallelamente alla condotta principale suddetta, corre sotto i marciapiedi la linea elettrica dell’illuminazione pubblica e, probabilmente, del telefono. Non sembra sia presente la rete di distribuzione del gas. Sotto lo strato di asfalto sono presenti delle grosse basole in pietra lavica che costituiscono la pavimentazione originaria ed è molto probabile che gran parte di esse siano state rimosse in occasione di recenti lavori di realizzazione dei sottoservizi. In base ad esperienze pregresse, si ritiene pertanto che il numero delle basole che potranno essere rinvenute si possa aggirare attorno al 20% della superficie totale.

L’idea progettuale nasce dal presupposto di voler ridare allo spaziouna funzione pubblica mediando tra l’esigenza, espressa nel bando di gara, di conservare la disponibilità di area di sosta per i parcheggi e la volontà di conferire attenzione all’uso pedonale della stessa. La distinzione è demandata ai dissuasori removibili che conferiscono allo spazio un livello di flessibilità, attraverso la possibilità di rendere lo spazio completamente pedonale o carrabile in base alle necessità del momento. Tuttavia la continuità della grande superficie orizzontale è interrotta da un importante rilevato del terreno che cerca di conferire un ordine geometrico ad uno spazio particolare, irregolare e asimmetrico. Tale rilevato si compone attraverso il sagrato antistante la facciata della Chiesa, che si configura come un vero e proprio basamento che si stacca dal prospetto del Valenziano, creando così un percorso pedonale proporzionale alle dimensioni del campanile. Tale salto di quota è anche il pretesto per generare un sistema di sedute che termina, nell’ultimo blocco, con un elemento monolitico dal quale tracima l’acqua della vasca sottostante.

Essa rappresenta l’elemento di testata dell’intera composizione architettonica. L’immagine è quella di un vero e proprio salotto urbano, con la presenza dell’acqua che simboleggia il principio essenziale della creazione, i misteri e i racconti della vita, dove nascita e morte, passato, presente e futuro si intrecciano. Il disordine della piazza viene quindi dominato dall’ordine delle sedute che si completano con secondo blocco allineato con la traiettoria della facciata della chiesa. L’ordine imposto si completa con il ritmo del disegno della pavimentazione, strettamente connesso con il passo delle bucature del Valenziano. Il progetto architettonico cerca di mediare l’immagine storica del contesto con il linguaggio architettonico moderno.
L'intervento prevede la messa in opera, all'interno della piazza, di una rete a pettine costituita da condotte interrate in PEAD collegate fra loro da una serie di caditoie protette superficialmente da griglie in pietra. L'acqua che interessa i piani viabili, di competenza delle vie A. De Gasperi e Murat, verranno convogliate verso le reti di valle tramite cunette in pietra disposte ai loro margini: le acque afferenti alla piazza, per il tramite della rete descritta, giungeranno ad un collettore circolare in PEAD, che a sua volta le convoglierà al più vicino pozzetto ricettore.
Le verifiche hanno riguardato le tubazioni idraulicamente più sollecitate, e sono state considerate soddisfatte allorquando le stesse consentono lo smaltimento della portata con una velocità ed un grado di riempimento ritenuti accettabili. Dunque, il calcolo di verifica è stato mirato alla determinazione delle scale delle portate con espresso riferimento alla tubazione maggiormente sollecitata, individuata nel collettore di recapito finale. Per il caso in esame, non essendo disponibili osservazioni pluviometriche eseguite in stazioni di misura limitrofe, si è fatto riferimento ad un recente studio condotto dal Commissario Delegato per l'emergenza idrogeologica nella Provincia di Vibo Valentia, denominato Piani di interventi infrastrutturali di emergenza e di prima sistemazione idrogeologica nei comuni della Provincia di Vibo Valentia colpiti dagli eventi atmosferici del 3 luglio 2006. L’approccio suggerito per la stima della portata di piena nel caso di limitata disponibilità di dati prevede l’applicazione di un metodo di stima indiretto che può consistere nell’analisi statistica delle osservazioni pluviometriche relative al bacino idrografico sotteso dalla sezione di interesse e nell’impiego di modelli di trasformazione afflussi-deflussi per la trasformazione in portate.

La scelta del sistema di illuminazione contribuisce al risparmio energetico.
Nel contesto della volontà europea di migliorare l’efficienza energetica del 20% entro il 2020, a partire dal 1 settembre 2009, sono state bandite in tutta l’Ue le lampadine a incandescenza da 100 watt; poi quelle da 75 watt lampadine che non saranno più in vendita dal 1 settembre 2010. Nel 2011, toccherà alle lampadine da 60 watt bulbi, e il 1 settembre 2012 alle lampadine da 25W a 40W, mentre le alogene cesseranno di essere vendute dal 1° settembre 2016.
Il presente progetto recepisce le indicazioni e prevede l’installazione di luci compatte fluorescenti, adatte per le sistemazioni esterne, grazie alle quali è possibile ridurre i consumi di energia elettrica fino all’50% rispetto alle normali lampadine. Inoltre l’applicazione di riduttori di flusso applicati alle lampade, particolari dispositivi ottici sensibili alla luce diffusa nell’ambiente circostante, consente appunto di ridurre automaticamente l’intensità della luce emanata con ulteriore ottimizzazione dei costi di gestione. Ulteriore vantaggio, oltre all’abbattimento dei consumi, è l’eliminazione dei costi dovuti alla manutenzione. Per l’illuminazione degli spazi esterni i punti luce saranno installati in modo da proiettare la luce dall’alto verso il basso, riducendo da una lato la dispersione luminosa e limitando dall’altro gli effetti sull’inquinamento luminoso particolarmente molesto per la fauna notturna. Nel progetto di riqualificazione della piazza, oltre alla realizzazione del nuovo impianto di illuminazione e all’inserimento di punti luce artistici su palo, la soluzione illuminotecnica sarà caratterizzata dalla particolare distribuzione dei led sulla superficie orizzontale del nuovo basamento.

In generale gli interventi prevedono il rifacimento della pavimentazione, il ridisegno dell’illuminazione pubblica e l’inserimento di elementi di arredo urbano e di dissuasori di sosta automatici, compresa la realizzazione dei sottoservizi strettamente connessi all’opera e la rete di raccolta acque bianche.

Le operazioni riguarderanno la rimozione dello strato superficiale bituminoso. Esso avverrà “a mano” al fine di non deteriorare le basole in pietra lavica che compongono il substrato originario della piazza e di Via XXV Aprile. Tale operazione, come anche le successive di scavo per la sistemazione dei sottoservizi, saranno effettuate in presenza di un archeologo posto a tutela di eventuali ritrovamenti importanti, così come prescritto dalla Soprintendenza.

Le basole rinvenute verranno rilevate e catalogate per la loro successiva ricollocazione in loco. Ciò avverrà esclusivamente per le superfici carrabili e non per la superficie della piazza, le cui basole verranno rimosse e raccolte per andare a compensare le porzioni stradali sprovviste di pavimentazione originaria. Sulla piazza verrà, dunque, collocata una nuova pavimentazione, simile a quella esistente in modo da mantenere la continuità formale della materia caratterizzata da basole in pietra basaltica con ricorsi di granito bianco. Le basole di pietra lavica esistenti, una volte rilevate e rimosse, saranno pulite, levigate in parte, sabbiate, rettificate ai giunti. La pavimentazione in pietra, sia la parte carrabile che quella pedonale, verrà alloggiata con malta cementizia su una apposita soletta in calcestruzzo di 20 cm di spessore e armata con rete in fibra di vetro in luogo della rete elettrosaldata maggiormente soggetta a fenomeni corrosivi. La soletta in c.a. sarà poggiato su apposito sottofondo stradale in ciottoli da fiume e ghiaia ben costipata.


Anno 2011
Importo Progetto Euro 1.756.800,00